lunedì 25 marzo 2013

Emergenza scuola pubblica

Mentre ribadiamo la validità e imprescindibilità del nostro programma politico per l'Italia (vedi sotto), constatiamo che l'attuale immediata emergenza del nostro Paese (impossibilità di costituire un governo) è aggravata dal fatto che una delle più determinanti e profonde emergenze (l'oblio della scuola pubblica) non è stata argomento della campagna elettorale né lo è ora nei discorsi della nuova "classe dirigente" (ahinoi!). 

L'ipotesi di larghe intese (Pd+Pdl) è un paradosso: il Pdl ha distrutto e vuol continuare a distruggere la scuola pubblica; il Pd in teoria dovrebbe riguadagnare una posizione di centrosinistra laico e di ricostruzione della "res publica" (privatizzata da 30 anni di craxo-berlusconismo). Mah!

Programma politico per l'Italia: 

1) a breve termine: creare lavoro per mezzo di 
a) detassazione del lavoro dipendente e delle pensioni al fine di 
   a1) aumentare il potere d'acquisto dei cittadini e 
   a2) rilanciare la produzione 
e per mezzo di 
b) investimenti nei settori che possono produrre ricchezza, cioè:
   b1) cultura 
   b2) turismo 
   b3) nuove tecnologie 
   b4) green economy. 

MA per rendere efficace la creazione di lavoro (vedi 1) e non perdere quasi subito il lavoro creato occorre 

2) a medio termine (ma da fare subito): tornare a investire sulla SCUOLA PUBBLICA per avere nuovi talenti nell'università e nella ricerca, capaci di produrre innovazione e sviluppo compatibile, quindi:
a) abrogare l'art. 64 della legge 133/2008 (detta "legge Tremonti"), 
b) abrogare la cosiddetta "riforma" Gelmini, 
c) abrogare tutti gli articoli di legge che tolgono risorse alla scuola pubblica, 
d) valorizzare la professionalità docente con apposite misure extracontrattuali. 

SENZA IL PUNTO 2 IL PUNTO 1 E' INUTILE.


C'è qualche programma elettorale che rispecchia questi intenti? Ci sarà al governo qualcuno che li vorrà realizzare?
Scuola Democratica cercherà, comunque, chiunque governerà, di impegnarsi, nei limiti delle sue possibilità, per far abrogare, tramite referendum, tutte le leggi che conducono l'Italia alla rovina culturale, civile, morale e materiale.

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