sabato 24 aprile 2010

Cento scuole "scocciate"

"Cento scuole chiuse con lo scotch" per il diritto alla scuola, gesto di protesta dell'associazione Acmos, gruppo giovanile di Cittadinanza attiva, legata a Libera, il movimento fondato da don Ciotti contro le mafie.

lunedì 12 aprile 2010

I precari della scuola e Tremonti

Questo individuo che va in Tv a fare le battutine e asserisce che l'Italia ha retto bene la crisi e che le famiglie italiane stanno bene, questo grande economista che ha scritto un libro per sostenere più o meno che la religione salverà l'economia occidentale, questo ministro (dal latino minus) con un solo articolo di legge (il n. 64 della l. n. 133/2008) ha tolto il lavoro l'anno scorso a 42.100 professori precari, quest'anno lo toglierà ad altri 25.600 e il prossimo a 19.700!
Sono tutti laureati e abilitati, alcuni pluri-laureati e pluri-abilitati, qualcuno con specializzazioni. Per 15 anni o 20 hanno lavorato alle dipendenze dello Stato facendo funzionare perfettamente la scuola pubblica. Ora che cosa faranno a 40 anni? Qualche idea gliela daremmo volentieri. Vediamo. Stiamo a vedere cosa succederà a settembre. Qualcuno di noi è ormai a fine carriera o quasi, ma se avesse 20-25 anni in meno non avrebbe dubbi su cosa fare.

giovedì 8 aprile 2010

Una storia padana

Scritto il 19 aprile 2008, questo articolo racconta una storia ancor più istruttiva oggi che, dopo le elezioni regionali, la Lega ha avuto un enorme successo elettorale e, soprattutto, ora che in televisione si vede spesso l'onorevole Borghezio in versione "moderata".


A Brescia ero già stato nominato in Commissione d’esame nel 1994. Allora insegnavo Lettere e fui mandato a fare il commissario all’Istituto Tecnico Statale per Geometri “Tartaglia”, dedicato al celebre matematico del Rinascimento Niccolò Fontana, detto appunto Tartaglia per una lesione al palato che gli rendeva difficile articolare le parole. A Brescia sono tornato l’anno scorso, nominato per Filosofia in un Liceo Artistico. Ottimo ambiente. Sempre più bella la città, che d’estate offre la sera ottime occasioni di cultura e divertimento intelligente. Ma c’ero stato anche nel 1999 come Presidente di Commissione in uno dei due Licei Scientifici cittadini.




Il ’99 era l’anno in cui si introduceva il nuovo esame di Stato e veniva mandata in archivio la vecchia maturità, nata nel 1969 dai fuochi della contestazione. Secondo la nuova normativa, tuttora in vigore, ogni commissione esamina due classi ed è composta da un presidente, tra commissari esterni e tre commissari interni per ognuna delle classi.
Con la sotto-commissione B i lavori si svolsero in un clima di costruttiva collaborazione, nell’intento esplicito di valorizzare al meglio il curriculum dei candidati. In particolare hanno dato un contributo notevole a tale modalità di lavoro, cooperando con i commissari esterni lealmente e serenamente, le commissarie interne Bianchi e Rossi (solo i cognomi dei commissari esterni già resi pubblici da altre fonti sono autentici, per gli altri uso dei cognomi di fantasia). Il commissario interno professor Verdi ha creato qualche discussione, formulando, durante le operazioni di valutazione sia delle prove scritte che dei colloqui, proposte di voto supportate da generiche motivazioni “umane” o fondate sull’esigenza di valutare in ogni caso al massimo livello i candidati, prescindendo da qualsiasi considerazione di merito, oppure di carattere tecnico, specifica delle discipline coinvolte nelle prove. Ma le sue stesse colleghe, Bianchi e Rossi, hanno espresso sempre opinioni radicalmente diverse dalle sue, esprimendo l’esigenza di una valutazione che valorizzasse le capacità messe a frutto dagli studenti con l’impegno e i risultati nelle prove.
Al contrario, nella sottocommissione A, fin dai primi giorni di attività, oltre al prof. Verdi, insegnante comune ad entrambe le classi, le commissarie interne Neri e Rosa hanno dato evidenti segni di insofferenza nei confronti di tutte le legittime procedure della Commissione. Hanno espresso diffidenza e formulato esplicite quanto aprioristiche dichiarazioni di sfiducia, hanno tentato in vario modo di intimidire le commissarie esterne, sminuendone il valore professionale e ostentando perenne disprezzo verso i loro metodi di correzione e le loro proposte di valutazione, mantenendo un’espressione del viso atteggiata a disgusto per tutto il tempo in cui si è svolta l’attività della Commissione. Hanno anche minacciato e ricattato apertamente, arrivando persino più volte a inveire con pesanti insulti personali nei confronti delle singole componenti esterne della Commissione. “Pretendo questo voto, altrimenti non si va avanti” oppure “Sarete ripagati con la stessa moneta” erano frasi-tipo che venivano pronunciate in commissione contro la componente esterna da Neri, Rosa e Verdi. Unica eccezione il quarto commissario interno (essendo la classe bi-lingue, giuridicamente i commissari interni sono tre, ma le persone sono quattro), il cui contributo in termini di ragionevolezza e pacatezza, equilibrio e moderazione è stato decisivo in parecchie circostanze.
Durante la fase di valutazione delle prove scritte è intervenuto un ispettore, gerarchicamente il più importante dell’intera Lombardia, responsabile del gruppo di lavoro regionale per l’avvio del cosiddetto Nuovo Esame di Stato. Non è giunto a caso: voleva controllare se corrispondessero al vero le voci che qualcuno di sicuro gli aveva fatto pervenire. Sembrava un po’ prevenuto. In particolare, una delle commissarie esterne, la prof. Napoli, docente di scienze, era stata duramente contestata per le sue valutazioni nella terza prova scritta. Feci presente all’ispettore che usavamo le griglie di valutazione prodotte dal suo gruppo di lavoro e che attribuivamo i punteggi secondo una logica meritocratica. A un certo punto, vista la mia sicurezza nel porgli domande, se ne uscì con la celebre frase di chi è più in alto di te e vuol fartelo sapere. Se ne andò raccomandando di seguire rigorosamente le procedure.
In seguito, mentre le prove orali si svolgevano tranquillamente, il Provveditore di Brescia mi trasmise via fax un esposto avverso ai lavori della commissione, genericamente “firmato” con la dicitura “I genitori della sezione B” e con il timbro “Comitati di base”. L’esposto, di cui conservo copia cartacea, ma che preferisco non pubblicare, si ripetevano le stesse assurde argomentazioni tipiche dei componenti della sotto-commissione A. C’era anche qualcosa in più, su cui tornerò fra poco. Risposi immediatamente via fax al Provveditore. Gli feci presente che stava dando credito ad un esposto che era di fatto anonimo (non c’era alcuna firma autografa) e poi entrai nel merito, precisando dettagliatamente come e perché le nostre procedure erano corrette: una lunga e circostanziata risposta la cui copia cartacea non pubblico. Avvisate immediatamente, le commissarie della B, Bianchi e Rossi, sono rimaste interdette. A breve giro di telefonate hanno contattato i genitori della classe, che hanno subito scritto una lettera di smentita al Provveditore, dichiarando apocrifo il documento.
Ma nel frattempo qualcuno si era probabilmente rivolto a conoscenze in alto loco e la nostra commissione divenne un caso politico quasi nazionale. Ed ecco il risultato: lo “Speciale Scuola e Lavoro” del Bollettino della Lega Nord e l’onorevole Borghezio in persona si occupavano di noi!

Leggiamo ora attentamente il testo dell’articolo, riportato sotto nel dettaglio ingrandito:


Avrete già intuito che quel famoso esposto conteneva concetti analoghi, che l’articolo riprendeva nella sostanza, in particolare il riferimento a quel cognome che di per sé costituiva un pericolo per la Padania. Un regolare procedimento di valutazione viene designato “atto razzistico” e “premeditato atto discriminatorio di stampo hitleriano” soltanto perché viene compiuto da una insegnante che si chiama Napoli, sia pure “avvallato” (l’ortografia…!!!) dal “Presidente Conforti”. Perbacco, hanno esaminato e valutato “alunni bresciani, colpevoli solo d’esser padani”, i quali forse, proprio in quanto padani, meritano comunque il massimo dei voti. Questi maestri della tolleranza e del dialogo intendono anche “stimolare la raccolta di firme già avviata al fine di escludere dalle commissioni per gli Esami di Stato insegnanti evidentemente non padani”! Va detto che, peraltro, la prof. Napoli insegnava da oltre vent’anni in una scuola della provincia di Brescia e con gli “studenti padani” aveva a che fare tutti i giorni.
Sorvolo per brevità sulle false ed errate informazioni di natura didattica e valutativa che l’articolo contiene e così mi appresto a concludere.
Vi chiederete forse com’è andata a finire. L’ispettore è tornato. Ha constatato la perfetta regolarità dei nostri procedimenti e dei verbali, mi ha chiesto scusa per quella famosa frase e mi ha raccomandato di scrivere tutto nella relazione finale. L’anno successivo ho chiesto di nuovo Brescia. Mi piace tornare sul luogo del delitto. E mi diverto soprattutto a ridicolizzare chi già si è ridicolizzato da sé. Sono stato nominato presidente nell’altro Liceo Scientifico di Brescia. Non si può tornare nella stessa scuola se non sono trascorsi almeno due anni. Ho ritrovato la prof. Napoli, che era in un’altra commissione. Ci siamo fatti quattro risate. È stata un’esperienza professionalmente molto gratificante.
Nel 2001 la Ministra Brichetto ha abolito i commissari esterni e ridotto i presidenti a notai, non più su due classi, ma su interi Istituti (anche 10 e più classi da esaminare). La sua risibile riforma ha contribuito a precipitare l’Italia nelle posizioni più basse del mondo nelle classifiche della preparazione degli studenti. La maggior parte dei docenti del triennio superiore hanno dovuto fare i commissari interni, esaminando quegli stessi studenti che avevano appena valutato nello scrutinio di quindici giorni prima. Trasformando l’esame di Stato in una pagliacciata, la Brichetto non ha fatto altro che rispecchiare l’intera politica scolastica dei governi di centro-destra dal 1994 ad oggi: alla demagogia populista non interessa che la gente sia istruita e che le persone pensino con la propria testa. Quanto alla meritocrazia, di solito chi ne parla tanto finisce per considerare, guarda caso, più meritevoli i parenti, gli amici, i conoscenti, quelli del clan o della tribù (gli “studenti padani”).
Dal 2007 per fortuna l’esame è tornato com’era nel 2000. Fioroni ha attuato un paio di provvedimenti criticabili ma anche un paio di cose buone le ha fatte e bisogna dirlo (come bisognerebbe dire lo stesso per il governo Prodi). Come ho premesso in avvio, sono tornato a Brescia ancora nel luglio scorso, nominato dal Provveditore, e sono stato benissimo. Dopo il 14 aprile in città la Lega Nord ha il 17,50% dei consensi. La sua influenza politica è maggiore anche a livello nazionale. Chissà che fine farebbe oggi quell’interpellanza di cui si parla nell’articolo? Quante probabilità ci sarebbero di imbattersi in commissari interni simili a quelli in cui sono incappato io?
Angelo Conforti