martedì 15 dicembre 2009

Bloccata la "riforma" Gelmini

Stop del Consiglio di Stato alla riforma delle scuole superiori che,
nell'intenzione del ministro Mariastella Gelmini, dovrebbe partire dal prossimo
anno scolastico. Il Consiglio di Stato contesta che i Regolamenti emanati dal
ministro vanno ben al di là della delega concessa dal Parlamento. Meno ore, meno
materie, con l'obiettivo di ridurre i costi ed il personale non rientrano nella
delega che prevede, secondo i magistrati, "la sola ridefinizione dei curricula
vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei
piani di studio e relativi quadri orari" (Mario Reggio, "Riforma
delle scuole superiori. Lo stop del Consiglio di Stato", La
Repubblica
, 15 Dicembre 2009).

E' una buona notizia. Ora bisogna lottare per ottenere che tutta la cosiddetta riforma venga ridiscussa e che si blocchino gli effetti devastanti della legge 133/2008.

La "riforma", in effetti, non contiene un vero progetto educativo-didattico, ma ha l'unico scopo "di ridurre i costi ed il personale", infierendo un gravissimo colpo alla qualità del sistema formativo pubblico. Riuscire ad ottenere il rinvio di un anno sarebbe un primo passo per sottoporla a critiche serrate e ottenerne la revisione.

martedì 8 dicembre 2009

Risorse per la scuola


Mettiamo in evidenza un passo dell'articolo che l'illustre giurista Aldo Schiavone ha pubblicato oggi su La Repubblica, "Finale di partita del Cavaliere":

La povertà del nostro discorso pubblico è impressionante, se confrontata con il dibattito francese, o tedesco. Come spiegare altrimenti del resto - se non come tacita rassegnazione alla nostra sconfitta e alla nostra minorità - l'inerzia del governo di fronte a una disoccupazione giovanile che per alcune fasce d'età e per alcune regioni sfiora il 50%. Quando si toccano queste cifre, sono intere generazioni a essere travolte, a veder messe a repentaglio le loro prospettive di crescita e di sviluppo personale; e quando ciò accade- e non si corre subito ai ripari è la stessa tenuta democratica del Paese a essere messa a rischio. E come ancora spiegare altrimenti se non come una silenziosa abdicazione al nostro ruolo e alla nostra posizione in Europa, che mentre in Francia (solo per fare un esempio) un governo di destra decide -proprio di fronte alla crisi in atto - di puntare su un imponente piano di trasferimento di risorse alla scuola, all'università, alla ricerca, avendo capito che il terreno della formazione e dell'innovazione culturale e scientifica è ormai quello su cui si decide la sorte e il rango mondiale delle comunità nazionali, per i nostri dirigenti politici di maggioranza già solo accennare a questi problemi sembra un lusso che non possiamo concederci.
Sono concetti che sosteniamo dal 1994 e sul nostro sito si possono consultare, in proposito, articoli, documenti e proposte che da quella data cercano di mostrare il pericolo delle politiche di saccheggio delle risorse destinate alla scuola in Italia e di prospettare soluzioni. Ora la situazione è gravissima ed intervenire sul tema è urgentissimo, pena il declino inarrestabile del Paese.

Sito web di Scuola Democratica

Per consultare documenti e dossier prodotti da Scuola Democratica (alcuni sono in corso di elaborazione e saranno pubblicati nei prossimi giorni) cliccate sul sito SD.

Sciopero per salvare la scuola




lunedì 7 dicembre 2009

CGIL Scuola contro il governo

Condividiamo totalmente il comunicato della CGIL Scuola che ha convocato uno sciopero per Venerdì 11 Dicembre 2009.
Riportiamo quasi per intero il documento. Abbiamo cambiato in "tutto maiuscolo" i concetti su cui anche noi insistiamo da tempo:


“La Scuola non si taglia!” Così recitava uno dei tantissimi cartelli della manifestazione del 30 ottobre 2008 e così ha dichiarato anche il nostro Presidente della Repubblica. Ma questo Governo PERSEVERA IN UNA POLITICA DI IMPOVERIMENTO E DI DESTRUTTURAZIONE DELLA SCUOLA. I tagli stabiliti dalla L. 133/08 (oltre 130.000 posti e 8 miliardi in meno in tre anni), nonostante alcuni risultati ottenuti attraverso le mobilitazioni (stop al maestro unico e all’inglese potenziato, rinvio dei regolamenti delle superiori, ecc.), producono già da quest’anno i primi effetti devastanti. DIFFICILE GARANTIRE IL DIRITTO ALLO STUDIO E ALLA SICUREZZA E NEL PRIMO CICLO SI ASSISTE A UNA STRISCIANTE EROSIONE DEGLI ELEMENTI DI BASE DI UNA ISTRUZIONE DI QUALITÀ. E come se non bastasse, malgrado i tempi della scuola e delle famiglie, si vorrebbero attivare già dal prossimo anno i regolamenti delle superiori. La FLC ha ribadito il proprio dissenso sia nel metodo che nel merito e ha richiesto un rinvio dell’attuazione dei regolamenti della scuola secondaria di secondo grado, anche in considerazione che i pareri del Parlamento saranno espressi solo a gennaio.
Lo abbiamo segnalato sia nelle audizioni alla Camera e al Senato sia nell’incontro al Ministero del 18 novembre. LA SCUOLA HA BISOGNO DI ALTRO: LE RIFORME NON SI FANNO CON I TAGLI MA CON GLI INVESTIMENTI. NO al licenziamento dei precari. SI alle assunzioni in ruolo su tutti i posti liberi“Nessun licenziamento nella scuola”. Questa la dichiarazione del Presidente del Consiglio lo scorso anno. Ma come si sa le bugie hanno le gambe corte. I licenziamenti ci sono eccome: almeno 25.000 lavoratori precari, solo quest’anno, non hanno potuto rinnovare il loro contratto. Lo confermano i numeri forniti dallo stesso Ministero e le domande per i cosiddetti contratti di disponibilità.
La soluzione prospettata dal Governo attraverso le graduatorie prioritarie e le convenzioni con le Regioni si rivela di giorno in giorno sempre più iniqua, insufficiente e macchinosa. Si scaricano sulle Regioni i tagli del Governo, si mettono i precari gli uni contro gli altri, si complica il lavoro delle scuole e questo senza nessuna risorsa aggiuntiva, senza nessun intervento sugli ammortizzatori sociali. Le 16.000 assunzioni in ruolo di quest’anno sono una goccia nel mare del precariato. NON SI È RISPETTATO IL PIANO PLURIENNALE DI 180.000 ASSUNZIONI PREVISTO DALLE LEGGI FINANZIARIE DEL 2007 E 2008 E NON SI È COPERTO NEPPURE IL TURN-OVER: ECCO LA VERITÀ. La FLC Cgil chiede un piano pluriennale di assunzione su tutti i posti liberi: già oggi sono almeno 90.000 (30.000 docenti e 60.000 ATA) e da questi si deve partire per avviare la STABILIZZAZIONE DEL PERSONALE PRECARIO CHE DA ANNI GARANTISCE IL FUNZIONAMENTO DELLE SCUOLE. Rinnovare i contratti è un diritto e un fatto di civiltà12 EURO LORDI DI AUMENTO MENSILE È QUANTO HA MESSO SUL TAVOLO IL GOVERNO PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO SCUOLA. È UN INSULTO: QUESTA SOMMA NON GARANTISCE IL POTERE D’ACQUISTO DEGLI STIPENDI DI UNA CATEGORIA CON LE RETRIBUZIONI PIÙ BASSE D’EUROPA. È UNA BEFFA: CON QUESTA SOMMA SI VORREBBE ANCHE PREMIARE IL MERITO! L’accordo separato per la riforma dei contratti prevede, per i settori pubblico e privato, la possibilità di recuperare lo scostamento rispetto all’inflazione solo al termine del triennio di vigenza contrattuale: cioè, il recupero non è certo.La vera somma è in negativo: meno soldi alle scuole, tagli agli organici, licenziamento dei precari, diminuzione degli stipendi. Con quale faccia il Ministro Gelmini continua a elogiare la sua riforma? Alla fine della cura cosa resterà della scuola? LA SCUOLA VIVE IN GRAN PARTE DELL’IMPEGNO E DELLA MOTIVAZIONE DI CHI VI LAVORA, I DOCENTI IL PERSONALE ATA, I DIRIGENTI. MORTIFICARE IL LORO LAVORO, SIGNIFICA MORTIFICARE LA SCUOLA STESSA. I dirigenti, che il ministro Brunetta vorrebbe trasformare in arcigni funzionari governativi, aspettano il rinnovo del contratto da 48 mesi. È questo il trattamento da riservare a chi spetta la leadership educativa della scuola dell’autonomia?ALTRO CHE RIFORME. ABBIAMO UN GOVERNO ARRETRATO E AUTORITARIO, CHE HA PAURA DELLA LIBERTÀ E DELLA RESPONSABILITÀ DI CHI LAVORA.

domenica 6 dicembre 2009

Scuola Democratica al No B Day


Scuola Democratica ha aderito al No B Day!

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