Una recente inchiesta di Repubblica mette in luce la tragica realtà della scuola pubblica italiana che, ormai, per poter funzionare, deve chiedere contributi "volontari" alle famiglie degli studenti, che in alcuni casi arrivano a coprire quasi l'80% del budget complessivo degli istituti.
Insieme all'incapacità di far funzionare le ferrovie (di cui si servono molti professori e studenti per raggiungere, in ritardo, la scuola di lavoro e di studio), il declino inarrestabile dell'istruzione pubblica e la violazione ormai sistematica del diritto allo studio non è soltanto la metafora perfetta del disastro italiano, è anche una violazione di fatto della Costituzione.
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