lunedì 30 novembre 2009

Bloccare la contro-riforma

Le Regioni hanno chiesto "al ministro il rinvio di un anno dell'entrata in vigore dei regolamenti cui si affida la revisione dell'assetto di istituti superiori e licei soprattutto perché i ragazzi, insieme alle loro famiglie, hanno il diritto di capire bene a quale scuola si iscriveranno" (Italia Oggi, n. 279, 24/11/2009).
Scuola Democratica ritiene invece che la riforma vada, non rinviata, ma bloccata e annullata.
Perciò aderisce al No Berlusconi Day del 5 Dicembre 2009. Chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio rappresenta un passo decisivo verso l'abolizione della contro-riforma Gelmini, riedizione di quella del ministro Brichetto Moratti, e per abolire anche l'art. 64 della legge 133/2008 che innalza il numero di studenti a 40 per classe, riducendo gli insegnanti di 87.000 unità.
Scuola Democratica saluta con soddisfazione il fatto che la scuola sia considerata una delle sei emergenze nazionali dagli organizzatori della manifestazione del 5 Dicembre.
Reagisce invece con forte disapprovazione al fatto che i tre grandi temi delle manifestazioni indette dal PD l'11 e il 12 Dicembre non includano il problema dell'istruzione.
Scuola Democratica aderisce allo sciopero indetto dalla CGIL l'11 Dicembre e resta sconcertata dal fatto che gli altri sindacati non partecipino all'organizzazione.
Sta per essere completato il dossier sulla contro-riforma dell'istruzione superiore, in rete nei prossimi giorni.

lunedì 16 novembre 2009

Scuola e lavoro

Sabato 14 Novembre 2009 la Cgil è scesa in piazza con gli studenti per contestare le politiche economiche del governo. E' il caso di ricordare che l'art. 64 della legge 133/2008, con l'applicazione della devastante riforma della scuola secondaria riduce di 87.400 unità i docenti e di 44.500 unità il personale ATA. La giustificazione propagandistica di questa operazione distruttiva della scuola pubblica è quella enunciata nel Piano di attuazione dell'art. 64 di cui sopra: il rapporto insegnanti/studenti in Italia sarebbe più alto della media Ocse.
Si tratta di un argomento che ignora i parametri usati dall'Ocse o che, più probabilmente, li utilizza in malafede per i propri scopi. La realtà, infatti, è che in Italia ci sono 20.000 insegnanti di sostegno a carico del MIUR, mentre negli altri paesi di area Ocse dipendono dal ministero del welfare.
Inoltre nel nostro paese ci sono 80.000 insegnanti di religione cattolica in ruolo, caso unico nel mondo intero, a parte forse i paesi con governo teocratico. Sarebbe ora che il Pd contrastasse duramente questa falsificazione della realtà e lottasse per una scuola laica e pluralista, pubblica, su cui investire risorse, unico metodo per superare le crisi economiche e creare nuova occupazione. Questo concetto lo ribadisce proprio l'Ocse, ma il ministro questa parte non la legge, fa finta di non vederla.
Sarebbe opportuno che la leggessero attentamente i parlamentari d'opposizione, per farne il loro principale obiettivo: bisogna investire nella scuola, perché è un investimento che paga in tutti i sensi: crea cultura, intelligenza, innovazione, ricerca e capacità competitiva, cioè lavoro!
Scandalosamente nella scuola si continua a rifiutare la stabilizzazione anche a quei precari che sono assunti su posti di organico di diritto. Oggi la CGIL si rivolge a tutti parlamentari richiamando l'attenzione su alcuni problemi fondamentali del sistema scolastico italiano. In particolare, chiede un atto di responsabilità ai parlamentari:
  1. per rivedere e cancellare gli obiettivi devastanti dell'art. 64 della legge 133/2008, che stanno distruggendo la scuola pubblica;
  2. a favore di un piano triennale di assunzioni a tempo indeterminato, per i precari che occupano posti di organico di diritto;
  3. per lo stanziamento di risorse idonee al rinnovo contrattuale del personale.

Ci aspettiamo dalle forze di opposizione iniziative concrete a favore della scuola pubblica, laica e pluralista, per contrastare il declino altrimenti inarrestabile del nostro Paese.

domenica 8 novembre 2009

Appello al nuovo segretario del PD

Ipotizziamo che il PD costituisca l’ultima possibilità di tener lontano il leader del centro-destra e i suoi alleati dal potere legislativo e da quello esecutivo (quello economico, quello mediatico, e chissà quanti altri, se li tengono ben stretti).
In ragione di ciò, non possiamo esimerci dal rivolgere un appello urgente al nuovo segretario di un partito ancora giovane.
Pensiamo si debba fare agli italiani una GRANDE PROMESSA e poi, soprattutto, mantenerla.
La promessa dovrebbe esser quella di RIQUALIFICARE TUTTO IL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO.
Ciò significa reperire risorse finanziarie. Ci sono (non serve far finta che non sia così) e normalmente vengono sprecate in abbondanza (inutile che ricordiamo come: è sotto gli occhi di tutti).
E poi significa, soprattutto, investirle nell’istruzione e nella formazione.
In particolare, le risorse dovrebbero essere utilizzate allo scopo di migliorare LE INFRASTRUTTURE SCOLASTICHE (le più mal ridotte d’Europa) e VALORIZZARE LA PROFESSIONE DEGLI INSEGNANTI, conferendo loro più alte retribuzioni (ora sono le più basse del mondo).
Al di fuori di tattiche e strategie, questa sarebbe una POLITICA DI PROSPETTIVA, che guarda alle giovani generazioni e al futuro della nostra società.
Da scuole migliori e insegnanti professionisti (adeguatamente retribuiti) trarrebbero probabile giovamento lo sviluppo dell’intelligenza, della creatività, delle competenze e delle capacità della cittadinanza.
Migliorando questi fattori aumenterebbe la capacità competitiva degli italiani, anche la crescita economica sarebbe meno problematica, la nazione tornerebbe a produrre ricchezza e la maggiore ricchezza permetterebbe di salvaguardare il patto generazionale, consentendo pensioni più dignitose e un lavoro forse più flessibile (per le maggiori competenze acquisite dai cittadini), ma meno precario.
È inoltre facilmente ipotizzabile che una società più istruita e più colta possa crescere e vivere con un più elevato senso dello Stato, rispetto a quello attuale (prossimo allo zero).
La crescita della cultura della cosa pubblica e dello Stato di diritto non è improbabile che generi un più oculato ed equo utilizzo delle risorse finanziarie, favorendo una più giusta distribuzione della ricchezza prodotta, lontano dalla "cultura" del privilegio e della difesa di interessi particolaristici, che caratterizzano la politica attuale.
Questo tipo di intervento era già stato promesso dall’Ulivo fin dalla sua nascita (1995), ma non è stato mai attuato. Anzi, i trasferimenti finanziari alle scuole sono diminuiti in una decina d’anni del 70% e i docenti sono sempre più umiliati e demotivati.
Quindi, non basta prometterlo di nuovo. Bisogna prometterlo e poi mantenerlo.
Questo non è affatto un discorso corporativo o sindacale, ma riguarda tutta la cittadinanza, perché una scuola di qualità produce vantaggi per la collettività nel suo complesso e una professionalità docente di alto livello è una delle possibili condizioni per la crescita dell’intera società civile e per la vita delle istituzioni dello Stato.
Il PD e il nuovo segretario dovrebbero impegnarsi a cambiare realmente in questa direzione, smetterla di praticare il metodo della sfacciata propaganda, che altri utilizzano con molta più spregiudicatezza e sistematicità.
In conclusione, senza affrontare con lungimiranza i problemi veri, quelli che riguardano la costruzione del futuro della nostra società, il degrado sociale e il declino della politica potrebbero divenire inarrestabili.