Le Regioni hanno chiesto "al ministro il rinvio di un anno dell'entrata in vigore dei regolamenti cui si affida la revisione dell'assetto di istituti superiori e licei soprattutto perché i ragazzi, insieme alle loro famiglie, hanno il diritto di capire bene a quale scuola si iscriveranno" (Italia Oggi, n. 279, 24/11/2009).
Scuola Democratica ritiene invece che la riforma vada, non rinviata, ma bloccata e annullata.
Perciò aderisce al No Berlusconi Day del 5 Dicembre 2009. Chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio rappresenta un passo decisivo verso l'abolizione della contro-riforma Gelmini, riedizione di quella del ministro Brichetto Moratti, e per abolire anche l'art. 64 della legge 133/2008 che innalza il numero di studenti a 40 per classe, riducendo gli insegnanti di 87.000 unità.
Scuola Democratica saluta con soddisfazione il fatto che la scuola sia considerata una delle sei emergenze nazionali dagli organizzatori della manifestazione del 5 Dicembre.
Reagisce invece con forte disapprovazione al fatto che i tre grandi temi delle manifestazioni indette dal PD l'11 e il 12 Dicembre non includano il problema dell'istruzione.
Scuola Democratica aderisce allo sciopero indetto dalla CGIL l'11 Dicembre e resta sconcertata dal fatto che gli altri sindacati non partecipino all'organizzazione.
Sta per essere completato il dossier sulla contro-riforma dell'istruzione superiore, in rete nei prossimi giorni.
lunedì 30 novembre 2009
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