venerdì 16 marzo 2012

Ripartire dalla scuola

RIPARTIRE DALLA SCUOLA Maltrattata, sotto finanziata, stigmatizzata per il suo non essere al passo con i tempi, sia nelle metodologie d’insegnamento che per i contenuti trasmessi, attaccata da più parti per il suo orizzonte laico, nazionale e pubblico, la scuola è ancora, nonostante i suoi tanti problemi, il luogo di resistenza della democrazia, in cui si forma la coscienza critica dei cittadini del futuro e si svilupperanno i modelli di comportamento del tempo che verrà.A partire dalla scuola, da una riflessione sul ruolo che è chiamata a giocare, sui suoi tanti problemi e sugli strumenti di cui è necessario dotarla perché possa adeguatamente adempiere al suo compito, si decide il futuro del paese

Agenda. Ripartire dalla scuola





Schola semper reformanda? di Angelo Gaudio
Insegnare a imparare di Marina D’Amato

Per una scuola della Costituzione di Fabio Bentivoglio


A scuola: perché? di Daniele Checchi ed Elena Meschi


Scuola e nuove tecnologie di Silvano Tagliagambe


Uno sguardo sull’istruzione in Italia di Andreas Schleicher

La presentazione del numero si terrà a Roma, lunedì 19 marzo, ore 15, presso la Sala del Refettorio, Camera dei Deputati (Via del Seminario 76). Intervengono Massimo D’Alema, Giulio Ferroni, Francesco Profumo. Modera Marta Leonori.

venerdì 2 marzo 2012

Valorizzare la professione docente




Fin dalla sua nascita Scuola Democratica sostiene che l'unica vera riforma scolastica da completare in Italia consiste nel valorizzare la professione docente innalzando i livelli retributivi connessi all'altissima responsabilità formativa che tale funzione implica.
Nel 1999 Scuola Democratica ha pubblicato un documento sull'argomento che ci sembra più che mai attuale, considerando il fatto che, come abbiamo sottolineato in numerosi post precedenti, i più autorevoli studi internazionali confermano la stretta correlazione tra retribuzione dei docenti, qualità dell'istruzione, efficacia del sistema scolastico e crescita complessiva della qualità della vita di una nazione.
Ora uno studio dell'Ocse sui dati Pisa 2009 conferma che "se i docenti sono meglio retribuiti e più motivati anche gli allievi hanno prestazioni soddisfacenti" (La Repubblica).
Chissà se l'attuale governo Monti (con il suo ministro Profumo), questo governo di "professori" che paradossalmente si sta dimostrando piuttosto insensibile ai problemi della cultura e della scuola e sembra seguire, nelle sue decisioni, teorie economiche piuttosto antiquate, screditate e sicuramente dannose, si deciderà a prendere in considerazione questi argomenti?