La tabella riportata sopra, tratta da La Repubblica del 9 settembre 2009, pubblicata a corredo dell'articolo "L'Ocse: i prof in Italia sottopagati e lasciati soli" di Mario Reggio, è di per sè molto eloquente della scarsa considerazione che la politica italiana ha nei confronti dei giovani cittadini e di coloro che hanno la responsabilità di formarli ad una cittadinanza consapevole, cioè gli insegnanti. Quelli italiani sono i peggio pagati d'Europa, ma una ricerca più a largo raggio mostrerebbe che sono tra i peggio pagati dell'intero pianeta. Scuola Democratica ha affrontato più volte il problema con dossier e documenti ai quali rimandiamo, più che mai convinti che solo la valorizzazione della professione dei docenti è l'unica vera riforma da attuare nel sistema formativo italiano. Al contrario, su quella ormai in atto, la cosiddetta "Riforma Gelmini", riedizione di quella ideata da Letizia Brichetto, abbiamo notevoli perplessità che presto esprimeremo con un documentato dossier.
domenica 25 ottobre 2009
venerdì 16 ottobre 2009
Più studenti meno classi
Cresce l'indice di affollamento delle aule scolastiche italiane in applicazione del piano Berlusconi-Tremonti-Gelmini per la distruzione della scuola pubblica.
"Secondo i dati pubblicati lo scorso 30 settembre da viale Trastevere, le scuole statali italiane nel 2009/2010 fanno registrare il maggior numero di iscritti di sempre: 7 milioni e 806 mila alunni. Per la prima volta, i piccoli della scuola dell'infanzia superano il milione di unità. Ma chi si aspetta un corrispondente incremento del numero delle classi si sbaglia. Perché, nonostante tutto, il loro numero è in calo di quasi 4 mila unità e l'affollamento delle stesse in aumento di mezzo punto" ("Iscritti a scuola, mai così tantima avranno 4mila classi in meno" di Salvo Intravaia, La Repubblica, 6 Ottobre 2009).
Quello che viene attuato è il «Piano programmatico del MIUR di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze in attuazione dell’art. 64 della legge 133/08» che prevede in tre anni l’innalzamento del rapporto alunni/classe secondo un meccanismo inesorabile. Oggi il divisore per formare le classi è il numero 25.
Aumentarlo dello 0,20 nel 2009/2010 significa 25 x 0,20 = 5, quindi il primo anno dell'attuazione del "Piano" le classi possono essere composte da 30 studenti, ed è quello che sta appunto avvenendo.
Dal 2010/2011 si aumenta di un ulteriore 0,10, cioè 30 x 0,10 = 3, quindi il secondo anno le classi potranno essere composte da 33 studenti;
Dal 2011/2012 si aumenta di un ulteriore 0,10, cioè 33 x 0,10 = 3,3, quindi il terzo anno le classi potranno essere composte da 36 studenti.
Crediamo che le famiglie con figli che si iscriveranno a scuola nei prossimi mesi dovrebbero essere informati di questo e magari chiedersi come possa migliorare la qualità della scuola, dell’insegnamento e dell’apprendimento con queste modifiche. È questo un modo per eliminare sprechi (se ci sono), o si tratta d’un taglio generalizzato e indiscriminato che non produce miglioramenti? Non facciamo altri commenti, lasciamo giudicare a chi iscriverà i figli nelle classi prime dei vari ordini di scuola, formate progressivamente da 30, 33 e 36 allievi.
Se va bene, perché se ci sono 144 iscritti (36 x 4) si fan quattro classi prime, ma se ci sono 160 iscritti si fan sempre quattro classi, di 40 alunni ciascuna (160 : 4 = 40). Si torna al passato, agli anni ’50? O ancora più indietro?
"Secondo i dati pubblicati lo scorso 30 settembre da viale Trastevere, le scuole statali italiane nel 2009/2010 fanno registrare il maggior numero di iscritti di sempre: 7 milioni e 806 mila alunni. Per la prima volta, i piccoli della scuola dell'infanzia superano il milione di unità. Ma chi si aspetta un corrispondente incremento del numero delle classi si sbaglia. Perché, nonostante tutto, il loro numero è in calo di quasi 4 mila unità e l'affollamento delle stesse in aumento di mezzo punto" ("Iscritti a scuola, mai così tantima avranno 4mila classi in meno" di Salvo Intravaia, La Repubblica, 6 Ottobre 2009).
Quello che viene attuato è il «Piano programmatico del MIUR di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze in attuazione dell’art. 64 della legge 133/08» che prevede in tre anni l’innalzamento del rapporto alunni/classe secondo un meccanismo inesorabile. Oggi il divisore per formare le classi è il numero 25.
Aumentarlo dello 0,20 nel 2009/2010 significa 25 x 0,20 = 5, quindi il primo anno dell'attuazione del "Piano" le classi possono essere composte da 30 studenti, ed è quello che sta appunto avvenendo.
Dal 2010/2011 si aumenta di un ulteriore 0,10, cioè 30 x 0,10 = 3, quindi il secondo anno le classi potranno essere composte da 33 studenti;
Dal 2011/2012 si aumenta di un ulteriore 0,10, cioè 33 x 0,10 = 3,3, quindi il terzo anno le classi potranno essere composte da 36 studenti.
Crediamo che le famiglie con figli che si iscriveranno a scuola nei prossimi mesi dovrebbero essere informati di questo e magari chiedersi come possa migliorare la qualità della scuola, dell’insegnamento e dell’apprendimento con queste modifiche. È questo un modo per eliminare sprechi (se ci sono), o si tratta d’un taglio generalizzato e indiscriminato che non produce miglioramenti? Non facciamo altri commenti, lasciamo giudicare a chi iscriverà i figli nelle classi prime dei vari ordini di scuola, formate progressivamente da 30, 33 e 36 allievi.
Se va bene, perché se ci sono 144 iscritti (36 x 4) si fan quattro classi prime, ma se ci sono 160 iscritti si fan sempre quattro classi, di 40 alunni ciascuna (160 : 4 = 40). Si torna al passato, agli anni ’50? O ancora più indietro?
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